Come ben sappiamo in Italia la comunità scientifica è in disaccordo sulla gestione del fenomeno dell'ibridazione del lupo. A confermarlo è una ricerca internazionale a cui hanno contribuito ricercatori dell'Università La Sapienza di Roma e che è stata pubblicata sulla rivista Frontiers in Ecology and Evolution.
I ricercatori, si legge su Repubblica, che riporta i contenuti dello studio, individuano tre aspetti che più di altri determinano la mancanza di consenso tra scienziati sull'argomento: la specializzazione in ambiti disciplinari differenti, come la genetica e l'ecologia, porta gli scienziati ad avere punti di vista etici tendenzialmente diversi, specialmente per quanto riguarda l'uso di metodi di controllo cruenti; inoltre, è la carenza di studi specifici o riprove sperimentali sull'efficacia dei vari tipi di intervento gestionale che lascia spazio a intuizioni soggettive su quali possano essere gli interventi più efficaci; infine, alcuni studiosi sono contrari alla rimozione degli ibridi perché temono che ciò possa poi rappresentare una scappatoia legale per l'uccisione di lupi.
"Se venisse assicurato maggiore spazio alla ricerca sulla fattibilità ed efficacia dei vari interventi gestionali - dice Paolo Ciucci della Sapienza - sarebbe più semplice ottenere un consenso tra gli scienziati. Continuare a negare il problema dell'ibridazione antropogenica solo perché la sua gestione è altamente complessa, sarebbe infatti un errore imperdonabile".