Le catture dei selvatici sono spesso presentate come un'alternativa valida, da parte degli ambientalisti, alla soppressione dell'animali. Ma c'è chi non è d'accordo. Un residente di Santo Stefano di Sessanio, comune all'interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga sul sito Ilcapoluogo.it denuncia che le gabbie trappole utilizzate dall'ente parco sono una sofferenza per i cinghiali.
“Questa è la gabbia di cattura che usa l’ente Parco a Santo Stefano di Sessanio” – spiega - . “Si capisce benissimo che i cinghiali catturati rimangono per giorni all’interno della stessa dimenandosi e senza cibo. Gli animalisti e gli ambientalisti in queste circostanze dove sono?” dice.
Nell'articolo, intitolato Gabbie per cinghiali, l'agonia infernale, “C’è un’esca che conduce il cinghiale all’interno di una gabbia di acciaio. Il peso dell’animale fa scattare il trappolone alle sue spalle, impedendogli ogni via di fuga. E’ l’inizio della fine: l’animale per divincolarsi, inizia a mordere il perimetro della gabbia, strappandosi zanne e fratturandosi anche il collo per cercare una via di fuga”.