Un nuovo decreto di Ministeri francesi dell'Ambiente e dell'Agricoltura, ha deciso per l'abbattimento di 100 lupi a tutela degli allevatori, da tempo sul piede di guerra. Nonostante le proteste dello scorso anno, la Francia ha deciso di alzare la quota di prelievo, passando dal 10% del contingente totale censito, al 17% (con possibilità di alzare ancora del 2% la quota). In tutta la Francia si contano non più di 530 lupi (censimento effettuato dall'Oncfs), il che significa 90 lupi da abbattere, che potranno diventare 100 se si deciderà di alzare la quota del 2%. Ricordiamo che in Italia sono stimati oltre 2000 lupi, la più alta densità d'Europa e che nonostante questo, l'abbattimento anche solo di pochi esemplari è considerato argomento tabù.
La quota è relativa per tutto il 2019. Risulta che 51 lupi sono già stati uccisi dall'inizio dell'anno (contro 19 nello stesso periodo del 2018) e che quindi ne rimangono da abbattere 39 dal primo luglio in poi (e non più dal primo settembre come in passato).
"È un inizio della consapevolezza del pericolo che il lupo rappresenta, non solo per la pastorizia ma anche per altre attività umane come il turismo", ha commentato Mélanie Brunet, copresidente del Circolo 12 insieme alla Federazione nazionale di difesa della pastorizia. Il loro obiettivo è proteggere le greggi. In effetti in Francia si registra un significativo calo delle predazioni (da 3778 animali nei primi sei mesi del 2018 a 3060 di quest'anno relativo allo stesso periodo). Gli animalisti hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato. Chissà chi la spunterà.