Mentre la Monsanto (recentemente acquisita dal colosso Bayer) colleziona condanne miliardarie per i danni alla salute causati dai suoi prodotti chimici per l'agricoltura (diserbanti), si apprende notizia di un apposito servizio di intelligence condotto dal 2015 al 2017 dalla multinazionale per fermare le inchieste giornalistiche che evidenziavano i danni da glifosato. A darne notizia è il Guardian, che avrebbe esaminato i documenti relativi a indagini su alcuni giornalisti, attivisti e personaggi pubblici come il cantante Neil Young, da anni schierato contro la multinazionale agricola. Queste persone erano oggetto di tentativi di discredito, utilizzando strategie applicate sui social network e sulla rete in generale.
In particolare se la sarebbero presa con Carey Gillam, giornalista della Reuters autrice di inchieste che legavano l’uso del diserbante al cancro, nonché di un libro sul tema (Whitewash: The Story of a Weed Killer, Cancer, and the Corruption of Science). Secondo il Guardian e Il Fatto Quotidiano che riporta i contenuti dell'articolo, sarebbero comparsi una raffica di commenti negativi sospetti su Amazon. Monsanto avrebbe inoltre pagato Google per privilegiare risultati che criticassero il lavoro della cronista quando gli utenti digitavano “Monsanto Glyphosate Carey Gillam”.