Secondo i risultati di uno studio canadese, pubblicato di recente su Science, gli uccelli canori sarebbero in declino a causa dei neonicotinoidi, ancora troppo utilizzati in agricoltura. E' stato infatti appurato come gli uccelli che ingeriscano semi trattati da queste sostanze subiscano una rapida perdita di peso, ritardandone le migrazioni. Un ritardo che compromette la loro possibilità di sopravvivere e di riprodursi. La migrazione primaverile avviene infatti durante il periodo della semina nel Nord America, il che significa che gli uccelli vengono esposti a questo tipo di sostanza nelle varie soste del loro viaggio.
"Abbiamo mostrato un chiaro legame tra l'esposizione ai neonicotinoidi, a livelli normalmente presenti nell'ambiente, e l'impatto sugli uccelli", dice Margaret Eng, autrice leader e ricercatrice post-doc alla University of Saskatchewan, presso il Toxicology Center. L'Europa dal 2018 ne ha vietato l'uso date le molte evidenze scientifiche che dimostrano la stretta correlazione tra il loro impiego e il declino della biodiversità. Degli insetti soprattutto (si è parlato in particolare delle api, che hanno un ruolo chiave nell'impollinazione).
Secondo gli autori dello studio questa sarebbe la prima prova di “effetti comportamentali negli uccelli selvatici come risultato dell'intossicazione da neonicotinoidi". Effettivamente risulterebbe che un calo di ben il 75% per le popolazioni degli uccelli migratori e altre specie legate agli ambienti agricoli in America del Nord a partire dal 1966. Un altro studio aveva dimostrato che l'ampio utilizzo dei neonicotinoidi ha reso il paesaggio agricolo degli Stati Uniti 48 volte più tossico per le api, rispetto a 25 anni fa.