L'avifauna del nord America è diminuita del 29% in abbondanza rispetto al 1970, ovvero 3 miliardi di uccelli. Lo dice uno studio pubblicato dalla rivista Science. Gli scienziati hanno esaminato i dati relativi a 529 specie di uccelli, ovvero oltre il 90% dell’intera popolazione di uccelli della zona, basandosi sui censimenti effettuati negli ultimi decenni dal North American Breeding Bird Survey, dall’International Shorebird Survey e dal Christmas Bird Count di Audubon.
Secondo le conclusioni dello studio tra le 31 specie di uccelli più comuni nel 1970, ovvero passeri, fringuelli, pettirossi e merli, il crollo è stato addirittura pari al 53% della consistenza di allora. “Quando perdi una specie comune, l’impatto è molto più grave sull’ecosistema”, evidenzia Gerardo Ceballos, ecologo e biologo della conservazione presso la National Autonomous University of Mexico.
Grazie ad una rete di radar meteorologici su tutto il continente lo studio ha rilevato anche un declino altrettanto ripido del passaggio di biomassa negli ultimi 10 anni.
Le cause principali sono ormai arcinote quanto purtroppo poco combattute: perdita degli habitat, cementificazione e uso di pesticidi in agricoltura. Le stesse dunque emerse anche da analoghe ricerche sul calo degli uccelli in Europa e nel resto del mondo. A queste si aggiungono le predazioni (in cima alla lista i gatti domestici) e gli impatti con le pale eoliche, vetrate e altre barriere architettoniche.