Dopo interminabili rimpalli tra Regione e Comune, finalmente la Giunta capitolina ha approvato una delibera che dispone il controllo numerico dei cinghiali che letteralmente infestano la capitale, mettendo a rischio la pubblica incolumità.
Gli abbattimenti, che riguarderanno solo l'area di Roma Nord, saranno eseguiti dal servizio veterinario delle Asl competenti attraverso modalità previste dal protocollo Ispra, che prevede l'utilizzo di gabbie e trappole, con tele - anestesia, o con l'uso della carabina a qualunque ora del giorno o della notte. In caso di cattura, l'animale, anestetizzato, sarà abbattuto con “eutanasia”. Ma potrebbe anche essere conferito vivo per l'allevamento a scopo alimentare in due aziende agricole, site a Viterbo e Cerveteri.
Nella delibera, a sostegno degli interventi, si citano i “dati sugli incidenti stradali in ambito urbano e periurbano provocati dal cinghiale”. Il che significa che di fronte a questa situazione e all'evidenza dei fatti, anche i Cinque Stelle hanno dovuto rivedere la loro impostazione animalista. Non si può non far notare che questo lungo immobilismo ha di fatto peggiorato esponenzialmente la gravità del problema. Con gli ovvi effetti sul decoro urbano, sul turismo e sulla sicurezza dei cittadini.
Ricordiamo che di fronte ad una chiara situazione emergenziale, dalla dirigenza grillina non c'era mai stata disponibilità sugli interventi. Addirittura, a primavera scorsa, Marco Antonini, Assessore all'Ambiente del Municipio IX (Eur), era arrivato a chiedere alla popolazione di rassegnarsi ad una "convivenza pacifica" con i suidi, proponendo ad Ispra corsi formativi per i cittadini, affinchè imparassero a cavarsela in città schivando i cinghiali.