Sono in molti ad avercela con lei in ambiente animalista. Già perché Virginia Raggi, da buona grillina, si era presentata al suo elettorato come colei che mai e poi mai avrebbe permesso alcun sopruso sugli animali, presentandosi come paladina dell'antispecismo, scritto nero su bianco proprio sul programma delle elezioni capitoline.
E infatti solo un anno fa, appena eletta, si era inventata soluzioni “ecologiche” per i problemi cittadini: capre arruolate per il taglio dell'erba, rondini al posto della disinfestazione dalle zanzare. Ma aveva anche promesso di eliminare le botticelle romane (che ancora ci sono) e soprattutto di non torcere un pelo ai cinghiali che infestano da troppo tempo la città. Dai e dai la grillina è dovuta passare al mondo onirico sognato da Casaleggio (ha persino immaginato l'abolizione delle macellerie!) a quello della dura realtà: l'unico modo di risolvere l'emergenza cinghiali, o comunque di arginarla, è abbatterli.
Ci sono voluti mesi, per non dire anni, per questo capriccio che ha causato incidenti stradali, danni alle coltivazioni e tanta paura per i residenti, ma alla fine anche la Raggi l'ha capita, ordinando finalmente catture e abbattimenti sul posto. Ma ovviamente c'è un prezzo da pagare. Ora si trova inevitabilmente a dover fare i conti con le sue promesse disattese e con l'ira degli animalisti.
L'ultima a cantargliele, in ordine di tempo è stata Margherita d'Amico, che oggi dal suo blog su Repubblica scrive: “dopo le false promesse di salvezza per i cavalli delle botticelle, dopo aver vergognosamente accorpato al Centro carni le aziende agricole di Castel di Guido e Tenuta del Cavaliere anziché dismettere i terribili, inutili allevamenti da carne e latte e trasformare le due proprietà pubbliche in oasi naturalistiche per i cittadini, dopo aver peggiorato la vita di tutti i randagi della Capitale, dopo aver devastato migliaia di alberi e i loro occupanti, stavolta Virginia condanna a morte tutti i cinghiali sconfinanti nell'area urbana. Lo fa con quella disinvoltura consolidata nell'intero suo partito, il M5S, che si è affacciato sulla scena politica promettendo tutela dell'ambiente e delle altre specie e parlando di alimentazione vegana, sostenibilità, per poi rinnegare sistematicamente ciascuno di questi principi”.