Il contenimento del cinghiale nel Lazio, oggetto di un protocollo di intesa tra Regione, aree protette e agricoltori, è entrato nella sua fase operativa nell'ultimo mese. La Regione ha approvato il documento tecnico integrativo che traccia le linee di intervento, coinvolgendo anche Coldiretti, Legambiente e Federparchi Lazio.
Gli agricoltori sono coinvolti direttamente nelle attività di cattura coadiuvando i guardaparchi attraverso la predisposizione di trappole. A sostegno del settore è inoltre previsto che per compensare il reddito perso a causa dei danni provocati dai cinghiali, gli agricoltori potranno cedere direttamente gli animali catturati presso gli istituti previsti dalla normativa vigente o destinarli all'allevamento in aree recintate.
“Gli agricoltori di questa regione, le loro produzioni – spiega David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio -, devono fare i conti da anni con questa problematica che ha messo in ginocchio migliaia di aziende agricole e che è molto sentita in diverse zone. Il protocollo firmato a maggio si rafforza ulteriormente e passa ad una fase operativa che punta, esattamente come Coldiretti Lazio aveva chiesto, a trasformare questa criticità in una risorsa da valorizzare attraverso il coinvolgimento diretti degli agricoltori. Si tratta – prosegue Granieri – di una opportunità per l'istituzione di una filiera alimentare controllata visto che gli imprenditori agricoli potranno anche ampliare la loro attività, ovviamente in presenza dei requisiti necessari, chiedendo la costituzione di centri di lavorazione della selvaggina. Una opportunità straordinaria per il settore e un servizio in più alle collettività visto che questi animali sono ormai fonte di preoccupazione anche per le aree urbane dove spesso si spingono alla ricerca di cibo”.