Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un clima di allarme sociale senza precedenti. Ci siamo tutti sentiti in pericolo per la diffusione a macchia di leopardo di un nuovo virus, capace, potenzialmente, di mandarci in ospedale in terapia intensiva. L'iniziale spavento poi è stato attenuato via via dalla constatazione che in fondo la stragrande maggioranza dei contagi italiani non ha avuto gravi conseguenze. Ma diverse morti ci sono state e la diffusione del virus continua. Non ci sono dubbi sul fatto che sicuramente siamo di fronte ad un patogeno altamente pericoloso per cui serve studiare quanto prima una cura efficace.
Voi direte, fin qui tutti d'accordo. E invece no. C'è una categoria a parte che a queste ricerche si oppone con tutte le sue forze, perché allo stato attuale, non contemplano alternative alla sperimentazione animale. E così, nel bel mezzo dell'emergenza sanitaria, in questo clima di panico e di coprifuoco, la Lav se ne esce con un comunicato che attacca direttamente quei medici e ricercatori che ribadiscono l'indispensabilità della sperimentazione animale e denunciano la grave situazione che vede l'Italia in pre contenzioso con l'Ue per aver abolito le ricerche sugli xenotrapianti (attualmente possibili grazie a una nuova proroga). In particolare se la prende con un articolo apparso sui siti di Research4Life e Patto Trasversale per la Scienza, scritto da Roberto Caminiti, neurofisiologo, professore dell’Università La Sapienza di Roma. Secondo la Lav un professore “che da anni si impegna a difendere la vivisezione, senza farsi scrupolo di mostrare i suoi esperimenti sui macachi”.
Già il fatto che la Lav utilizzi il termine “vivisezione” la dice lunga, dato che questa pratica (che letteralmente significa sezionare animali vivi ai fini di studio) è vietata da anni. Ma c'è di più. La Lav accusa il professor Caminiti di non avere le necessarie competenze per parlare del Covid19, non essendo virologo, dimenticando che proprio lei ha cercato di smontare il progetto Lightup presentando come esperti “scienziati e ricercatori” gente che non ha né arte né parte. Nella replica alla Lav del sito Pattoperlascienza.it, Roberto Caminiti e Guido Silvestri (Professore ordinario di Patologia generale, Emory University, Atlanta) fanno notare che gli esperti presentati dalla Lav sono un Blogger del quale purtroppo non è rintracciabile a tutt’oggi alcuna laurea o curriculum scientifico, uno psicologo che si dichiara professore alla Sapienza, senza che questa affiliazione risulti al MIUR, un medico di famiglia con esperienza in nutrizione: un vero e proprio Parterre de Rois, con alle spalle non una sola ricerca o pubblicazione nell’ambito disciplinare del progetto. Per questa vicenda, tra l'altro il Presidente della LAV Felicetti è sotto indagine giudiziaria.
Nel caso specifico dell'emergenza attuale, i due scienziati ribadiscono che “è la sperimentazione animale che dirà se un vaccino per COVID-19 sarà efficace e sicuro, e potrà essere usato sugli esseri umani”. E poi la stoccata: “al di là dell’implicita accusa di sciacallaggio, sulla quale stendiamo un velo pietoso, la LAV non risponde alla domanda fondamentale, quella di comunicare alla società civile se ritiene che l’inevitabile sacrificio di alcuni animali, necessario per mettere a punto un vaccino, sia o meno eticamente accettabile”.
Quanto ai metodi alternativi, si ricorda che “al più sono complementari e che comunque sono stati sviluppati da quegli stessi scienziati che la LAV accusa di ogni crudeltà, e non certo nelle sue sedi”. Aggiungono: “chiediamo alla LAV, a tal proposito, di indicarci quali problemi di salute umana questi metodi abbiano risolto, possibilmente con relativa bibliografia scientifica, e come potranno essere impiegati per fronteggiare nuove patologie ed il riemergere di vecchie, ma modificate e più aggressive, a seguito delle drammatiche migrazioni di popolazioni tra paesi e continenti, che sono cronaca quotidiana ed ormai parte del nostro album di famiglia”.
Quanto alla constatazione della Lav degli animali sacrificati per la ricerca di vaccini contro Hiv ed Ebola, i medici ricordano che “una delle molecole sperimentali usate per contenere Ebola è attualmente in uso per il trattamento dei casi gravi di influenza da coronavirus, come molto promettente è l’utilizzo nel macaco di una sostanza (Remdesivir GS-5734) efficacissima per la cura di un’altra e più grave forma di patologia respiratoria da coronavirus, la MERS (Middle East Respiratory Syndrome), che continua a mietere vittime in quelle regioni. Questa sostanza potrebbe essere efficace anche per la cura di COVID-19, lo speriamo, la ricerca scientifica avanza grazie al dubbio”. Viene inoltre ricordato dai due Professori che “l’utilizzo dei farmaci antiretrovirali sperimentati sui macachi ha ridotto drasticamente il numero di morti per AIDS, e che le più fondate speranze per arrivare ad una sua eradicazione vengono da studi su macachi e topi”.
Per chiudere il cerchio basterebbe immaginare cosa sarebbe ora il nostro mondo senza i vaccini e tutte quelle cure, sperimentate sugli animali, che ci hanno portato fino a qui. Chissà se i figli degli attivisti della Lav vengono vaccinati o curati con medicinali testati. E chissà cosa farebbero se si trovassero contagiati e febbricitanti in ospedale. Rifiuterebbero la cura disponibile perchè sperimentata sugli animali? Difficile da credere. |