Pochi giorni fa a Melbourne (Australia) è stata messa una taglia di 10 mila dollari per individuare il bracconiere colpevole di aver trafitto alcuni canguri utilizzando una balestra. Sempre in Australia è partita ieri una battaglia animalista per salvare i 6 mila canguri rinchiusi in un recinto a Canberra per essere abbattuti, provvedimento deciso per ridurre drasticamente la specie sul territorio.
Quella che può sembrare una contraddizione altro non fa che rispondere, forse in modo un po' troppo pressapochista, a due problemi distinti ma ugualmente importanti: da un lato si ha il bracconaggio, da condannare, dall'altro l'assoluta necessità di ridurre una specie che se in sovrannumero diventa dannosa.
Il ministero della Difesa australiano ha dichiarato che i canguri rovinano le praterie, mettendo in pericolo piante ed insetti rari e che gli animali saranno uccisi senza sofferenze. Giustificazioni che non sono bastate agli animalisti che hanno dichiarato battaglia dando il via ad una causa civile e cercando materialmente di liberare i canguri rinchiusi. Ci auguriamo che il buonsenso prevalga.