"A fronte di quanto si è verificato nella notte scorsa - scrive Romano Masè, capo del Corpo forestale trentino - con la nuova fuga di M49,- esemplare che si è dimostrato capace di una grande vitalità nella ricerca spasmodica di conservare il suo stato di libertà, pur consapevole del fatto che la struttura tecnica che rientra nell’ambito delle mie competenze ha messo in campo, con impegno e competenza, ogni azione che poteva essere considerata ragionevolmente necessaria, a fronte anche delle esperienze fin qui messe in campo a livello internazionale, ritengo doverosa da parte mia, anche a loro tutela, un’assunzione di responsabilità connessa al mio ruolo. Per questo, già nella giornata di ieri ho predisposto una nota che ho consegnato nella prima mattina della giornata odierna al Presidente della Provincia e con la quale ho rimesso nelle Sue mani il mio incarico di dirigente generale del Dipartimento Agricoltura Foreste Difesa del Suolo e di Comandante del Corpo Forestale provinciale. Lo ritengo, lo ripeto, non un’assunzione di colpe che, in tutta onestà, non intravedo, bensì un segno di responsabilità e di attaccamento alla mia Terra e all’Amministrazione che ho avuto l’onore di servire in tanti anni di professione».
E prosegue: "Quanto è accaduto nella giornata di ieri, con la fuga di M49 dal recinto del Casteler, rappresenta, al di là di tutte le possibili argomentazioni tecniche, un fatto rilevante che, ancora una volta, crea l'occasione per gettare discredito nei confronti della Provincia Autonoma di Trento e della Struttura che mi onoro di dirigere. Fa davvero male vedere il Trentino, l'Amministrazione per la quale ho lavorato per più di 30 anni e il gruppo di lavoro con il quale ho condiviso una lunga esperienza professionale tacciati di essere, da un lato, nemici degli orsi e, dall’altro, di inerzia, di incompetenza, di impreparazione e di superficialità. Di fronte a questo, può consolare solo parzialmente il fatto che gli esperti internazionali nella gestione dei grandi carnivori (mi riferisco, ad esempio, al Bear Specialist Group della IUNC Species Survival Commission), ai quali facciamo riferimento a supporto delle nostre principali scelte operative, abbiano sempre riconosciuto e continuino a riconoscere la qualità, la competenza e la professionalità nella gestione di un progetto unico a livello europeo e tra quelli più ambiziosi e di successo a livello internazionale».
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