Oggi, 22 maggio, è la giornata mondiale della Biodiversità, da cacciatori e da amanti dell'ambiente non possiamo che accogliere l'invito di riflettere su un argomento così importante. Secondo un rapporto sul tema di Legambiente e Biodiversity International l'Italia se la cava egregiamente, con le sue 57 mila specie animali e 5.600 vegetali, è infatti tra i paesi più ricchi di biodiversità.
Tra queste 138 sono quelle minacciate (8 per cento vegetali, 92 per cento animali). Se andiamo a spulciare tra questi dati, possiamo apprendere con grande merito della caccia, che nemmeno una di queste specie è oggetto di attenzioni venatorie, né tantomeno si trova in una situazione delicata a causa di eccessive pressioni nel passato. Si parla di pesci (storione, cernia, razza, bavosa), rettili (tartaruga caretta caretta, tartaruga liuto), tra i mammiferi vengono citati solo foca monaca e muflone, tra gli uccelli il chiurlottello.
L'Unione Europea ha annunciato che entro il 2013 i governi dovranno concentrarsi sul tema dei cambiamenti climatici e del loro impatto sulla biodiversità, temi su cui si parla troppo poco. La colpa è anche della moderna agricoltura e dei moderni sistemi di allevamento che tendono a privilegiare poche specie vendibili sul mercato a danno di tutte le altre che pian piano vengono a scomparire.
Basti pensare che all'inizio del 1800 si conoscevano in Italia ben 8000 frutti diversi ed oggi se ne contano invece non più di 2000. La FAO stima che, ad oggi, il 75% delle varietà delle colture agrarie siano andate perdute e che i tre quarti dell’alimentazione mondiale dipendano da appena 12 specie vegetali e 5 animali. Oltre il 40 per cento della superficie terrestre è destinata ad uso agricolo (di cui una gran parte serve al nutrimento degli animali d'allevamento).
I cacciatori giocano un ruolo fondamentale in quest'ottica perchè contribuiscono a portare avanti una cultura diversa, che è quella del rispetto dell'ambiente e dello sfruttamento delle risorse naturali in modo sostenibile. La caccia, per sua natura, persegue la sostenibilità e la vive ogni giorno, cosa ben diversa dall'attribuire all'ambiente un ruolo marginale e distante dalla vita umana come succede con le riserve naturali, improbabili oasi per il piacere degli occhi e della coscienza, mentre al di fuori tutto si perde.