"Questa vicenda non resterà impunita", tuona la pasionaria Michela Brambilla, dopo che l'urgenza della situazione ha portato un dirigente capitolino a dare ordine alle guardie di narcotizzare e abbattere sette cinghiali che avevano occupato un parco giochi vicino al Vaticano.
"Quella di venerdì notte è stata un’esecuzione a sangue freddo gratuita. - Insiste - Avevo dato la disponibilità a prendermi in carico la famiglia di cinghiali, ma con il dirigente del dipartimento Ambiente del Comune di Roma non è stato possibile ragionare. Mi ha lanciato pesanti e irripetibili insulti sessisti davanti alla folla che lo ha registrato e per questo ho già dato mandato ai miei legali di denunciarlo per diffamazione e chiedo a Raggi come sindaca e come donna di rimuoverlo dal suo incarico per non avallare un simile comportamento ancor peggio nei confronti di un esponente delle istituzioni quale sono io".
Sembra che abbia voglia di denunciare anche... il Campidoglio. E' la solita tiritera animalista che non tiene conto della gravità del problema che attanaglia la capitale.
I cinghiali scorrazzano fra le immondizie, i gabbiani assaltano i passanti, gli storni inzaccherano automobili e quando piove trasformano le strade in sdrucciolevoli porcilaie. E non è finita qui. A parte le incursioni della Brambilla, che pretende che gli altri paghino per assecondare i suoi "ordini", dopo il fallimentare quinquennio grillino della Raggi, si profila all'orizzonte un'altra candidatura animalista, che già nel passato ha lasciato traccia di sè nel comune della città eterna. Tale Monica Cirinnà, la pasionaria dei canili e dei gattili, della quale sembra che nessuno rimpianga la mancanza.