Una notizia shock dalla Campania può contribuire a ripensare la gestione delle aree naturali, spesso oggetto di attenzioni tutt'altro che conservative. Secondo un dossier di Codacons Campania il Parco Nazionale del Cilento è minacciato dal crescente abusivismo edilizio e conseguentemente dal turismo di massa.
Istituito nel 1991, con i suoi 180 mila ettari il parco è il secondo per estensione in Italia. Il rapporto del Codacons denuncia che proprio negli ultimi anni all'interno del parco si sono protratte sistematiche violazioni delle leggi determinando “numerosissime sofferenze ambientali e paesaggistiche” in tutta l'estensione.
Responsabile dello scempio è l'Ente Parco che non ha vigilato ed ha anzi favorito il degrado tanto da far constatare al Codacons con estrema amarezza che “il Cilento era più intatto prima che diventasse un'area protetta”.
Il Codacons parla di oltre cento casi di abuso edilizio accertati dai Carabinieri nel 2005, tutti avvenuti con il tacito consenso dell'Ente Parco che si è mosso per la demolizione soltanto in quattro casi, dimostrando un'incredibile assenza nelle misure di contrasto e di repressione previste dalla legge, tant'è che il fenomeno è addirittura in aumento.
Ciò dimostra che l'equazione Parco Nazionale = conservazione della natura non è così immediata e che spesso gli intenti ambientalisti siano soltanto una facciata per far passare azioni contro la legge e contro quella stessa natura che si dice di voler tutelare.