Se lo chiede Fidc Brescia in merito all'uso di fanghi provenienti dagli scarichi urbani e industriali, utilizzati come fertilizzanti in agricoltura in nord Italia. La vicenda, ora al vaglio della magistratura, è stata portata a galla da un'indagine dei Carabinieri forestali di Brescia, che ha portato al sequestro di una società bresciana che vendeva a prezzi bassi questo tipo di fertilizzante derivante da tre impianti di smaltimento di rifiuti.
"Non vogliamo entrare nel merito, è compito della magistratura - scrive -, però alcune riflessioni ci sentiamo in dovere di farle. Cosa hanno fatto di male i terreni della nostra bella pianura Padana per dover ricevere come fertilizzanti fanghi e gessi provenienti dai depuratori delle città? Come si combina l’uso di questi reflui con l’eccellenza della nostra agricoltura? E soprattutto quali sono i risvolti sulla fauna, stanziale e migratoria? Si dice per esempio che l’allodola sia in difficoltà: sicuramente lo è a transitare sulla pianura Padana se quello che trova sono queste schifezze nei terreni!".
"Nessuno di noi va a mangiare in una trattoria dove si mangia male, si sceglie sempre quella dove il cibo è migliore e di conseguenza anche le allodole come altre specie migratrici si comportano cosi. Tanto è vero che in aree dove l’agricoltura non fa uso di questi residui, pensiamo ai paesi dell’Est, l’allodola sembra tutto tranne che una specie in sofferenza" scrive Fidc Brescia accogliendo con favore le iniziative concrete, legali ed amministrative, portate avanti dall’assessore regionale agricoltura Fabio Rolfi nel voler cercare di frenare e limitare l’utilizzo di questi prodotti nei terreni.
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