Negli ultimi quattro anni, dal 2017 al 2020 – ricorda la Cia analizzando i dati ASAPS – sulle strade italiane si sono verificati 469 incidenti significativi causati da animali. Sono state registrate 830 segnalazioni di feriti gravi con il massimo raggiunto nel 2019. Sono morte 56 persone, 16 solo nel 2020 e nonostante la minore circolazione di mezzi di trasporto per effetto delle restrizioni Covid.
Per Cia, che è impegnata sul tema a livello sia nazionale che regionale – promuovendo, attraverso il progetto “Il Paese che Vogliamo”, la proposta di modifica della legge 157/92 sulla gestione della fauna selvatica – è urgente tornare a ragionare in cabina di regia unica, su modelli d’intervento più incisivi.
Una problematica che necessita un’azione immediata da parte delle Istituzioni per garantire, da subito, sicurezza sulle strade e porre fine ai danni incalcolabili procurati a tante aziende agricole del Paese. “L’Italia non può permettersi di uscire da una pandemia, precipitando di nuovo nell’emergenza ungulati, che sono prima di tutto un pericolo per le persone, oltre che un costo per l’agricoltura – commenta il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino –. Abbiamo chiesto un incontro al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, alla ministra degli Interni Luciana Lamorgese e al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani – ha concluso Scanavino – perché siamo pronti da tempo a dare il nostro contributo per riformare la legge in materia e fare, insieme, dell’Italia, anche su questo fronte, un modello esemplare”.
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