Che gli uccelli migratori utilizzassero misteriosamente il campo magnetico terrestre per orientarsi già si sapeva, ma una nuova ricerca, pubblicata su Nature, aggiunge un ulteriore tassello sui meccanismi chimici e fisici che generano questa capacità. A quanto pare ciò che permette ad alcune specie, come il pettirosso, di percepire il campo magnetico è una proteina che risiede negli occhi. A scoprirla sono stati i ricercatori delle Università di Oxford (Regno Unito) e Oldenburg (Germania).
Riproducendo in laboratorio colture di cellule modificate con tale proteina (il criptocromo 4), i ricercatori hanno dimostrato la sua pronunciata sensibilità ai campi magnetici. Tale proprietà sarebbe generata da reazioni di trasferimento di elettroni innescate dall’assorbimento della luce blu. Sulla base di queste osservazioni i ricercatori hanno notato che grazie a questa proprietà vengono prodotti radicali magneticamente sensibili. Il criptocromo 4 è costituito da catene di amminoacidi e il pettirosso in particolare ne ha 527, di cui 4, chiamati triptofani, sembrano essere essenziali per le proprietà magnetiche della molecola.
"Pensiamo di aver identificato la molecola che consente ai piccoli uccelli canori migratori di rilevare la direzione del campo magnetico terrestre, cosa che senza dubbio possono fare, e utilizzare tali informazioni per aiutarli ad orientarsi quando migrano per migliaia di chilometri" ha detto uno degli studiosi, Peter Hore. "Riteniamo che questi risultati siano molto importanti perché mostrano, per la prima volta, che una molecola dell’apparato visivo di un uccello migratore è sensibile ai campi magnetici" ha aggiunto Henrik Mouritsen, a capo del gruppo di ricerca di Oldenburg .