Con ampia maggioranza il Parlamento Ue ha definitivamente respinto la proposta dei Verdi che chiedeva il divieto dell'uso degli antibiotici destinati al trattamento umano sugli animali.
Commentano favorevolmente gli europarlamentari della Lega Marco Dreosto, componente commissione Envi, e Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento Europeo. "Una proposta inaccettabile, diametralmente opposta alle norme sul benessere animale, che dispongono che la sofferenza degli animali debba essere tempestivamente fermata con ogni mezzo e cura efficace. Un'iniziativa che rischiava di avere un impatto devastante non solo sugli allevamenti zootecnici, ma anche per gli ‘animali da compagnia’: la Lega si è opposta fin da subito alla risoluzione, abbiamo contribuito enormemente a far prevalere la logica e il buon senso, ascoltando le voci delle categorie, le associazioni, i veterinari e gli allevatori, facendo squadra contro una proposta legislativa che avrebbe assurdamente inficiato sulla salute e sul benessere futuro degli animali domestici”.
Commenta anche l’eurodeputato di FdI-Ecr, Pietro Fiocchi: “Esprimo soddisfazione perché, nella seduta di ieri sera, il Parlamento Europeo ha respinto la risoluzione presentata dai Verdi per modificare i criteri di identificazione degli antimicrobici. Abbiamo evitato, infatti, di mettere a rischio il benessere degli animali sia da compagnia che da fattoria, come pure degli animali ausiliari di chi esercita l'attività venatoria. I parlamentari di FdI- Ecr hanno votato compattamente contro la risoluzione contribuendo così ad evitare che gli animali ammalati vengano privati di cure necessarie e non sostituibili". “La Risoluzione aveva destato grande preoccupazione tra i veterinari, le associazioni degli agricoltori, il mondo venatorio, ma anche tra gli accademici e gli allevatori perché avrebbe comportato un generale divieto dell'uso degli antimicrobici destinati all'uomo, anche per gli animali, indebolendo di fatto il regolamento sui farmaci per uso veterinario già approvato dall'UE”.