Pur non conoscendo la realtà (il cinghiale è ormai uno dei più importanti ingredienti della cucina italiana), Maurizio Costanzo propone l'irsuto abitatore dei quartieri della capitale come elemento caratteristico della cucina romana. Una specie di coda alla cinghialara, insomma.
Lo scrive nel suo blog sul quotidiano "Libero", accennando alla consuetudine tutta metropolitana di dar da mangiare agli animali selvatici e non ma "senza casa", che popolano la città eterna. "Il problema è - afferma - che l’uomo, il maiale lo mangia volentieri, il cinghiale un po’ meno. Il giorno in cui qualche famoso chef farà un piatto a base di cinghiale che avrà un grande successo, i medesimi finalmente, vivranno in pace". Senza sapere, appunto, che da anni ormai anche molti chef blasonati propongono nei loro menù anche la squisita carne del re della macchia.
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