Il lupo non è più una specie in via di estinzione, mentre l’aumento delle predazioni sta esasperando e danneggiando gravemente gli allevatori di montagna.
Per questo Pietro Fiocchi, eurodeputato del gruppo FdI- Ecr, insieme all’ex europarlamentare dei Verdi e famoso alpinista, Reinhold Messner, ha promosso l’invio di una lettera, sottoscritta anche da Herbert Dorfmann e Paolo De Castro entrambi Coordinatori in Commissione Agri rispettivamente di S&D e del PPE, oltre a numerosi altri colleghi dei Gruppi ECR, PPE, ID e S&D, alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen e ai Commissari europei all’Ambiente e all’Agricoltura, per sollecitare una congrua soluzione al problema che non può più essere ignorato.
Gli europarlamentari chiedono alla Commissione che si proceda al declassamento del lupo da specie “rigorosamente protetta” , a specie “semplicemente protetta “. “Con la revisione della normativa europea che abbiamo chiesto - dichiara Fiocchi - il lupo manterrebbe comunque lo status di specie protetta, ma gli Stati membri e le Regioni si vedrebbero riconosciuta la possibilità di gestire meglio il conflitto tra comunità umane e lupi e di considerare in modo più efficace le strategie per tenere lontani i lupi dagli allevamenti”. I parlamentari europei firmatari della lettera sono convinti che la convivenza con i lupi sia possibile nella misura in cui essi non causino grandi danni. Allo stato attuale, però, il danno agli allevamenti è diventato davvero insostenibile e i pastori italiani vanno comunque tutelati. Non solo per l’economia di montagna, ma anche per la sussistenza in buono stato dei territori di montagna e della biodiversità. E’ necessario quindi che la Commissione europea riconosca che le disposizioni oggi in vigore per la protezione dei lupi, stabilite in circostanze socio-ambientali molto diverse, siano superate e inadeguate per affrontare i problemi odierni. “Si finisca - conclude Fiocchi-di guardare alla specie lupo con gli occhi di chi è abituato a leggere le favolette di Esopo e con più pragmatismo e disincanto si abbia il coraggio di adottare adeguate scelte politiche che vanno fatte a tutela degli allevatori e della montagna europea".
Anche per l’On. Marco Dreosto questo problema non può più essere trascurato “Si tratta della sussistenza stessa degli agricoltori e degli allevatori che occupano aree svantaggiate che diventano piú vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico a causa dell'abbandono dell'allevamento, soprattutto di quello pastorale e in Italia, Austria, Francia, Spagna e Germania dove la tentazione di abbandonare tale attività è sempre più forte. Se ciò dovesse accadere, le ripercussioni socio-economiche e gli impatti sulla biodiversità e sul clima sarebbero notevoli, inoltre, l'abbandono di aziende agricole di piccole e medie dimensioni, unito alla mancanza di ricambio generazionale, comprometterebbe irrimediabilmente la cura e la tutela del territorio, ponendo anche un grave rischio idrogeologico, soprattutto a quote medio basse”.