Dal Living Planet Report (Lpr) 2022, il rapporto biennale sulla salute del pianeta, che il WWF lancia oggi a livello globale, un nuovo allarme sulle specie minacciate. Dal 1970 in tutto il mondo le popolazioni di fauna selvatica monitorate sono calate in media del 69%.
"Ci aspettiamo un ambizioso accordo" in grado di invertire la perdita di biodiversità. "Una doppia emergenza - il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità - minaccia il benessere delle generazioni attuali e future", dichiara il direttore generale del Wwf, Marco Lambertini.
Con il suo bacino di dati, che comprende quasi 32.000 popolazioni di 5.230 specie di vertebrati, il Living Planet Index (LPI), fornito nel rapporto dalla ZSL (Zoological Society of London), mostra che nelle regioni tropicali l’abbondanza delle popolazioni di vertebrati selvatici monitorati sta crollando a un ritmo particolarmente sconcertante. Ci troviamo di fronte a una doppia emergenza, secondo Wwf: il cambiamento climatico provocato dall’uomo e la perdita di biodiversità, che minacciano il benessere delle generazioni attuali e future.
I leader mondiali si riuniranno a dicembre alla 15a Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD COP15). Il WWF chiede ai leader di impegnarsi per un accordo in “stile Parigi” in grado di invertire la perdita di biodiversità, attraverso la trasformazione dei settori che causano la perdita di natura e il sostegno finanziario ai Paesi in via di sviluppo.
In Italia il WWF ha avanzato proposte concrete: "entro un anno serve una legge sul clima, una per contrastare il consumo del suolo ed un Codice della Natura per razionalizzare tutte le norme a tutela della nostra biodiversità”.