Fidc porta in evidenza un recente articolo scientifico pubblicato su Nature che ha analizzato la scomparsa di zone umide nel mondo dal 1700 al 2020. Si stima una perdita di 3,42 milioni di kmq, distribuiti come indicato nel grafico che riportiamo.
Non va affatto bene per l'Italia, al quintultimo posto nel gruppo di Paesi in cui le aree umide sono state maggiormente distrutte. "Non è una novità ma desideriamo ribadirlo, perché il dato di fatto dimostra un evidente storico disinteresse della politica italiana per la conservazione di queste aree, un problema oggi acuito dal consumo di suolo per costruzione di infrastrutture" scrive Fidc.
In tale contesto Federcaccia si augura che le Istituzioni italiane ed europee comprendano che il mondo dei cacciatori è un protagonista della conservazione e del ripristino di queste preziose aree, e per questo motivo finiscano le penalizzazioni per la caccia, ma al contrario venga incentivata, quale strumento fondamentale per il futuro della biodiversità del pianeta.
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