Confagricoltura ha lanciato un allarme riguardo alla diffusione della Peste Suina Africana (PSA) in Italia e ha chiesto al Governo di adottare misure forti e risolute per affrontare l'emergenza. La malattia, rilevata nel paese all'inizio dell'anno scorso, si è diffusa in diverse regioni italiane, tra cui Piemonte, Liguria, Lazio, Campania e Calabria.
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha scritto al Ministro della Salute e all'agricoltura per sollecitare l'attuazione di tutte le azioni necessarie per contrastare e debellare la PSA, sottolineando l'importanza di farne una priorità del governo per affrontare questa emergenza nazionale.
Giansanti ha evidenziato che l'attuazione delle misure è stata disomogenea nelle diverse regioni, causando una frammentazione degli interventi e una mancanza di uniformità nell'applicazione, il che ha portato alla diffusione dei casi di PSA nei cinghiali in aree sempre più vaste, minacciando seriamente il settore degli allevamenti suinicoli.
Confagricoltura ha sottolineato che la PSA mette a rischio le aziende zootecniche, che potrebbero essere incluse in zone di restrizione, con conseguente abbattimento e distruzione degli animali allevati e blocco della produzione. Ciò avrebbe anche ripercussioni sui prodotti DOP della salumeria, come il Prosciutto di Parma e il Prosciutto di San Daniele. Le mancate esportazioni di carne suina e salumi italiani verso i Paesi terzi rappresentano già una perdita di 20 milioni di euro al mese.
L'associazione ha richiesto che vengano concentrate le azioni di depopolamento dei cinghiali in tutta Italia e che siano garantite risorse finanziarie adeguate per compensare i danni subiti direttamente o indirettamente dalle aziende suinicole nelle zone di restrizione a causa della persistenza della malattia nel paese. Infine, si è chiesto un risarcimento congruo e immediato, erogato attraverso procedure rapide e indispensabili.