Il Tar di Trento ha accolto parzialmente l'istanza cautelare delle associazioni animaliste contro il provvedimento del 7 settembre della Provincia Autonoma di Trento con cui, citando documentazione dell'Ispra, aveva disposto l'abbattimento dell'orsa F36, protagonista di due aggressioni durante l'estate 2023. La prima risalente al 30 luglio contro due escursionisti in località Mandrel. L'orsa, con piccolo al seguito, in quell'occasione si era scagliata sui due uomini, agganciando con la zampa uno dei due che si era arrampicato su un albero, che poi era riuscito a mettersi in salvo. La seconda, un falso attacco, avendo mostrato un atteggiamento aggressivo ma senza contatto nei confronti di una coppia di coniugi che il 6 agosto stavano facendo trekking in località Dos del Gal, nel Comune di Sella Giudicarie. L'orsa era corsa incontro ai due con fare aggressivo, fermandosi poi a circa 3 metri.
Il Tar ha deciso che l'animale non deve essere abbattuto ma, data la pericolosità dimostrata, dovrà essere catturato e custodito in una struttura idonea, come quella del Casteller, dove già sono stati portati altri orsi. Il Tar, ritenendo in questo caso non sufficiente le motivazioni portate, ha disposto che la Provincia fornisca ulteriori documenti e pareri per valutare meglio la situazione prima di prendere una decisione definitiva.
Il giudice ha osservato che in entrambi i casi si può parlare di "falso attacco", dato che l'orsa anche nel primo episodio, ha lasciato fuggire i malcapitati. Una considerazione che cozza con il parere scientifico translato dal protocollo del PACOBACE (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali), secondo cui, nel caso in cui un orso manifesti comportamenti potenzialmente pericolosi in maniera ripetuta, questo debba essere considerato un orso “ad alto rischio”, per il quale viene suggerita l’immediata rimozione.
A questo punto occorre trarre una considerazione purtroppo ben delineata dai fatti. Non è possibile in Italia rimuovere un grande carnivoro se prima non abbia ucciso una persona. E anche in questo caso, come ben sappiamo dai tragici eventi della scorsa primavera, sul da farsi non si hanno le idee affatto chiare.
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