
Nel Centro Sociale del Comune di Tambre (BL), il convegno dibattito "La Verità sul Lupo" sabato 9 dicembre, ha offerto uno spazio di confronto multidisciplinare su un tema di grande rilevanza per la comunità. Organizzato dalla Cooperativa Fardjma e patrocinato dall'Amministrazione Comunale, l'evento ha raccolto diversi punti di vista sulla difficile convivenza con il predatore.
Sara Bona, sindaco di Tambre, ha aperto l'incontro sottolineando l'urgente necessità di intervenire in una situazione in cui i lupi si aggirano nella zona con una frequenza preoccupante, causando danni significativi agli allevamenti locali. Ha richiamato l'attenzione sul fatto che, sebbene il lupo sia una specie protetta, la legislazione prevede interventi di abbattimento per esemplari che causano danni eccessivi al bestiame, nonostante le misure di protezione adottate dagli allevatori.
Zaccaria Tona, presidente della Cooperativa Fardjma, ha fornito dati che evidenziano l'impatto della presenza del lupo sugli allevamenti locali. Ha specificato che i lupi hanno predato oltre 700 esemplari di agnelli d'Alpago negli ultimi anni, causando una significativa riduzione del numero di capi destinati al mercato.
Gli interventi successivi hanno ampliato il quadro, includendo la prospettiva di agronomi, esperti di riserve naturali, giornalisti naturalisti e avvocati. Ogni relatore ha contribuito con dati storici e scientifici, evidenziando le interazioni passate tra l'uomo e il lupo fino ai giorni nostri.
Giovanni Todaro, giornalista naturalista e scrittore, con dati storici e scientifici ha ricordato i moltissimi casi di antropofagia da parte del lupo fino al XIX secolo, spiegando che l’ultima vittima nell’intero Veneto fu una bambina proprio del Bellunese predata nel 1817 nella frazione Spert del comune di Alpago. Tali casi non si verificarono più in zona semplicemente perché il lupo era stato eradicato, fino al suo ritorno nel 2017 circa. Inoltre ha smentito punto per punto, sempre con dati storici archivistici e scientifici, quanto asserito nel precedente convegno di Refrontolo dagli animalisti, per esempio che "Da 150 anni il lupo, in tutta Europa, non attacca l'uomo". Falso, visto che solo 49 anni (1974) fa in Spagna una lupa uccise due bambini e ne ferì altri. Fortunatamente, finora, i lupi in Italia non hanno più ucciso nessun essere umano dal 1923, quando un uomo adulto nel Mugello fu azzannato alla gola, soccorso e trasportato all'ospedale di Marradi, dove spirò. Ne diede notizia anche il giornale Messaggero del Mugello dell'11 marzo 1923.
Mario Giuliano, avvocato di Trento, ha chiarito le possibilità legali di intervento, ribadendo che il lupo è abbattibile in situazioni di legittima difesa o a tutela della pubblica incolumità.
Il convegno ha anche evidenziato fatti recenti in cui l'interazione uomo-lupo ha causato preoccupazioni nella popolazione locale, citando casi di attacchi agli esseri umani in Italia.
La ricerca presentata dal Prof. Michele Corti, presidente dell'Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurali, ha rivelato oltre un migliaio di incontri ravvicinati tra uomo e lupo, mettendo in luce una problematica attuale e urgente.
Il confronto ha coinvolto anche il pubblico presente, tra cui pastori che hanno condiviso le loro esperienze e preoccupazioni. Il Sindaco di Chies d’Alpago, Gianluca Dal Borgo, ha sottolineato l'insostenibilità della convivenza con il lupo in contesti antropizzati, evidenziando le paure e le limitazioni generate da questa coesistenza.
L'incontro si è rivelato fondamentale per esplorare diverse prospettive e far emergere le preoccupazioni delle comunità locali, evidenziando la necessità di affrontare con urgenza le sfide legate alla presenza del lupo nell'area.
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