
Un nuovo studio pubblicato su Nature Communications dal titolo "A global synthesis and assessment of free-ranging domestic cat diet", conferma l'enorme inpatto sulla fauna selvatica dei gatti domestici in tutto il mondo.
Gli autori hanno sviluppato un'analisi globale, attingendo a tutti i dati disponibili, per valutare il potenziale impatto dei gatti domestici sull'ambiente, identificando ben 2084 specie predate da questi animali. Di queste specie, 347 (pari al 16,65%) sono considerati in pericolo. Gli studi hanno rilevato che le isole ospitano un numero tre volte superiore di specie minacciate predate dai gatti, rispetto ai continenti.
Tra le specie consumate, uccelli, rettili e mammiferi costituiscono circa il 90% delle specie, mentre insetti e anfibi sono meno frequenti. Si è osservato che circa il 9% degli uccelli conosciuti, il 6% dei mammiferi e il 4% dei rettili sono stati identificati nelle diete dei gatti. Il 97% delle specie consumate ha un peso corporeo adulto inferiore a 5 kg, ma sono stati riscontrati casi in cui i gatti si cibano di specie di dimensioni molto più grandi.
L'ampia diversità di specie predate e l'evidenza che i gatti sono predatori estremamente generalisti sono aspetti fondamentali per comprendere il loro impatto sui sistemi ecologici e per sviluppare soluzioni gestionali a questo problema.
L'articolo sottolinea che i gatti domestici, specie quelli allo stato brado, sono tra le specie invasive più problematiche al mondo, con conseguenze rilevanti sulla biodiversità. La loro capacità di cacciare una vasta gamma di specie animali è un elemento critico per valutare il loro impatto sugli ecosistemi e per ideare strategie di gestione.