Il Presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri ha fatto sapere che si sono concluse le operazioni per l'eradicazione del muflone sull'Isola del Giglio. In una lunga nota sul sito ufficiale del Parco, Sammuri ha ringraziato tutti gli attori coinvolti ed ha ripercorso le vicissitudini che si sono susseguite negli anni dovute per lo più alle proteste degli animalisti, che hanno provocato diverse interruzioni degli abbattimenti.
Da parte del Parco è innegabile ci sia stata la massima attenzione nei confronti di chi, contrario agli abbattimenti, ha proposto le catture come alternativa, tanto da arrivare a trasferire ben 52 mufloni (previa sterilizzazione), tutto a spese dell'Ente Parco, riprendendo gli abbattimenti quando procedere con le catture, dato l'esiguo numero di animali rimasti, era divenuto difficile e dispendioso.
A fronte di nuove accuse da parte animalista, Sammuri ora si toglie qualche sassolino, sottolineando che nessuna cattura è stata organizzata e pagata dagli animalisti e scendendo nei dettagli. Un accordo con la Lav prevedeva l'incarico per l'associazione di occuparsi delle catture ma in due anni dalla stipula, nessuna attività è stata mai attivata "e ciò - scrive il Parco - , con tutta probabilità, perché i professionisti incaricati dalla Lav, di indubbia competenza, hanno valutato la scarsa efficacia di questa tecnica nel caso specifico dei mufloni del Giglio".
"Risibile - continua - l’appunto che il Parco Nazionale avrebbe accelerato le operazioni di prelievo perché doveva concludere il progetto Life entro la fine del 2023 per “ottenere i preziosi finanziamenti pubblici”; nella realtà il progetto è stato prorogato da tempo e la scadenza è fissata al 31 dicembre 2024".
In più punti il Parco fa riferimento alle azioni di disturbo da parte animalista, che hanno reso duro il lavoro verso l'eradicazione del muflone, anche in relazione alle catture. "Operazioni di cattura - si legge - rese più complesse e meno efficaci a causa delle citate azioni di disturbo, danneggiamento e furto di attrezzature effettuate in modo ripetuto. Non ci sono dubbi che senza queste azioni il rapporto catture/abbattimenti anziché essere 52/35 avrebbe potuto essere molto più favorevole alle prime. In tal senso è bene evidenziare – sempre leggendo il testo dell’accordo siglato – che le associazioni firmatarie si erano impegnate a collaborare nelle operazioni di cattura, trasporto e sterilizzazione dei mufloni, nonché a sviluppare per i territori del Parco Nazionale, azioni d’informazione e sensibilizzazione sul tema delle specie non autoctone in relazione all’incidenza che queste hanno sulla tutela della biodiversità con particolare riguardo alle aree protette e per la tutela degli animali stessi. Purtroppo, tutto questo non è stato realizzato, contrariamente a quanto era stato concordato".
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