Ricordate l'incresciosa vicenda del santuario Cuori Liberi, dove la Polizia fu costretta ad entrare in tenuta anti - sommossa per dare la possibilità agli operatori dell'Ats di Pavia di poter abbattere i 9 maiali sopravvissuti alla PSA, probabilmente già contagiati?
Un episodio che ha avuto un'incredibile eco sui giornali, grazie alla mobilitazione delle associazioni animaliste, che hanno difeso a spada tratta gli attivisti contro l'esecuzione operativa delle disposizioni dell'ordinanza commissariale per la prevenzione del contagio della Peste Suina Africana. Ritenendo non solo che che i maiali dovevano essere lasciati stare in virtù di un ipotetico status di "animali da affezione" ma anche che nel fare irruzione ed abbattere i maiali non fossero stati rispettati i requisiti per evitare il maltrattamento degli stessi. La questione è arrivata in Parlamento, con tanto di interrogazioni ai Ministri competenti ed è sfociata in ricorsi al Tar.
Ebbene in queste ore il Tar della Lombardia ha emesso il proprio verdetto, confermando la veridicità delle dichiarazioni dell'Agenzia di Tutela della Salute (ATS) di Pavia. La sentenza respinge la richiesta di accesso agli atti avanzata da associazioni protezioniste, affermando che non vi sono elementi che mettano in dubbio la veridicità delle dichiarazioni dell'amministrazione.
Secondo il TAR Lombardia, le operazioni di soppressione dei suini sono avvenute in condizioni particolari, con numerose proteste degli attivisti, il che ha reso impossibile la compilazione di una relazione condivisa con la parte. Inoltre, viene specificato che non vi è normativa che preveda la redazione di un processo verbale di verifica dello stato dell'arte da notificare ai soggetti diversi dalla Pubblica Amministrazione.
La sentenza inoltre sottolinea l'importanza di evitare un appesantimento ingiustificato del procedimento amministrativo.
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