Alla luce del "continuo avanzare" della PSA e dei nuovi casi anche al di fuori di zone già in restrizione, dopo la riunione del Gruppo Operativo degli Esperti (Goe) che ha analizzato la situazione epidemiologica in Italia e l'efficacia della strategia finora adottata, è stato deciso di modificare i criteri di regionalizzazione, aumentando da 10 a 15km la delimitazione dal caso positivo più esterno, come suggerito per altro dalla Commissione Ue.
Il report, pubblicato da Amnvi, evidenzia come un "insufficiente o scarso" ricorso alle opere di recinzione a cui sarebbe dovuto seguire il depopolamento, abbia "minato l’efficacia del contenimento dell’infezione". Ai fronti di avanzamento dei cinghiali fanno da contraltare le azioni individuate per l'Emilia Romagna da uno studio Ispra-Izsler che fa leva su depopolamenti e recinzioni e che il GOE propone di utilizzare per tutte le Regioni interessate dalla PSA. Lo studio ha evidenziato le aree in cui attuare un depopolamento intensivo (area interna alle autostrade A1, A12 e A21, con termine temporale luglio 2024) e rafforzare le barriere fisiche lungo queste autostrade.
Visti i risultati, l'obiettivo di eradicazione della malattia si allontana. L’onda epidemica continua ad espandersi in tutti i lati dell’attuale zona di circolazione virale, ad eccezione del versante ovest ligure dove non si registrano ulteriori casi anche grazie a un importante sforzo di abbattimento in ZR1. La Psa al momento è delimitata dall’anello autostradale Savona-Torino- Milano-Piacenza-Parma-La Spezia e solo un intervento mirato e immediato potrebbe contenerla efficacemente all’interno di questi limiti. In un territorio così vasto, "ormai appare un obiettivo non raggiungibile nell’immediato, e probabilmente nemmeno a medio-lungo termine"- si legge nel report. Ma per gli esperti "è fondamentale attuare quanto meno una strategia di contenimento per evitare il coinvolgimento di aree del territorio italiano altamente vocate all’industria zootecnica oltreché l’avanzare della malattia verso sud attraverso la catena appenninica con il conseguente coinvolgimento di tutta la penisola".
Tuttavia, i risultati dello Studio Ispra-Izsler dimostrano che è ancora possibile attuare azioni efficaci di contenimento della malattia fino ad arrestarne l’avanzata a patto che si proceda celermente e secondo i criteri individuati (raddoppio del prelievo e rafforzamento delle barriere artificiali esistenti).
Qui il resoconto del GOE |