Dopo una lunga discussione in aula, durante la seduta di martedì 5 marzo è stato approvato, con due soli voti contrari, 11 astenuti e 19 voti favorevoli, il ddl sulla gestione degli orsi in Provincia di Trento presentato dall'Assessore Failoni.
Il testo, come annunciato, prevede l'abbattimento di un massimo di 8 orsi l'anno (2024 e 2025), di cui non più di due femmine adulte e non più di due maschi adulti. La valutazione del numero di orsi da abbattere è subordinata all'analisi demografica condotta da Ispra nel 2023. A partire dal 2026, le quote massime andranno ridefinite. Approvati gli emendamenti di Degasperi (Onda) sull’istituzione del Tavolo grandi carnivori e quello che riserva al solo Corpo Forestale gli abbattimenti degli orsi problematici.
Durante la discussione sono stati approvati anche degli Ordini del giorno, come quello di Vanessa Masè, che impegna la Giunta a chiedere la modifica della normativa statale per consentire a chi frequenta il bosco per motivi professionali di dotarsi dello spray anti orso. Una possibilità che dovrebbe essere concessa anche a chi detiene il porto d’armi e ai membri della Protezione civile impegnate nella ricerca di persone disperse e ferite. Approvato anche quello di Luia Coppola (Verdi - Sinistra) che propone di sostituire i bidoni delle immondizie con quelli anti orso, quello di Carlo Daldoss (FdI) che impegna la Giunta a elaborare un piano annuale per l'abbattimento selettivo degli orsi, al fine di bilanciare la sicurezza con la salvaguardia della specie e l’odg di Chiara Maule e Roberto Stanchina, che impegna la Giunta a produrre uno studio di fattibilità sull’applicazione dell’intelligenza artificiale nella dissuasione degli orsi confidenti. No all'odg che chiedeva l'ampliamento del centro del Casteler, dove attualmente sono detenuti in cattività gli orsi M49 e JJ4. Centro che invece, come affermato dall'Assessore Failoni, dovrebbe essere definitivamente chiuso.
E' stato anche approvato l'Odg di Luca Guglielmi (Lista Fassa) che impegna la Giunta a indicare alla Commissione la necessità della Pat di declassamento dello status di specie protetta del lupo che è aumentato esponenzialmente in tutta Europa, in Italia e in Trentino dove hanno raggiunto i 200 esemplari.
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