Sono stati prorogati dalla Provincia di Cuneo i due Piani relativi al controllo del ghiro e della nutria, disposti per prevenire i danni all’agricoltura e all’ambiente. Con il voto unanime del Consiglio provinciale su parere favorevole dell’Ispra i Piani saranno validi per altri due anni per quanto riguarda il ghiro e quattro anni per la nutria.
Per quanto riguarda il ghiro, che causa danni rilevanti soprattutto ai noccioleti, l'Ispra ha valutato che, viste le stime di densità della popolazione, il prelievo non comporterà significativi rischi per la conservazione della specie. I danni devono essere monitorati anche allo scopo di definire gli indennizzi e per una attenta valutazione dell’efficacia del piano. L’attività di contenimento, che avviene con gabbie, cassette nido e foto trappole, proseguirà anche nel 2024 e nel 2025 sotto stretto coordinamento dell’Ufficio Caccia Pesca della Provincia di Cuneo e con il coinvolgimento delle aziende che si sono rivelate motivate e disposte a seguire i protocolli di controllo approvati.
Con gli stessi criteri è stato prorogato anche il Piano di controllo numerico della nutria in base al Piano di gestione nazionale. Si ciba di qualsiasi coltura disponibile, causando danni alle piante coltivate, che preferisce di gran lunga a quelle selvatiche. La nutria sembra avere un impatto negativo anche su alcuni piccoli volatili che vivono negli ambienti umidi, oltre ai danni idraulici che causa per la sua consuetudine di scavare lunghe gallerie e tane ipogee con rischi alla tenuta delle arginature di corsi d’acqua naturali, di canali di irrigazione e di scolo e bacini artificiali, in particolare in occasione di piene.
In provincia di Cuneo la nutria è comparsa alla fine degli anni Novanta risalendo il reticolo idrografico dei principali fiumi della pianura cuneese e nei primi anni 2000 la specie ha continuato ad espandere il suo areale di presenza sempre seguendo la rete fluviale sino a raggiungere anche località pedemontane e montane. Il controllo della specie avviene tramite cattura con gabbie-trappole e anche con l’abbattimento diretto da parte della Polizia faunistico ambientale della Provincia.