La Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare dell'Ue (DgSante) ha pubblicato i risultati dell'audit sulla Peste Suina Africana in Italia. Nella relazione, sentiti tutti i soggetti coinvolti, viene fatto il punto su come è stata affrontata l'emergenza PSA nel nostro Paese. L'audit si è svolto quasi un anno fa (dal 15 al 27 giugno 2023), quando la malattia era diffusa a macchia d'olio da circa un anno e mezzo ma non aveva ancora toccato alcune Regioni ora purtroppo coinvolte.
In particolare viene sottolineata l'inefficacia delle azioni di riduzione dei cinghiali, a causa di ritardi e difficoltà nell'applicare programmi di eradicazione, cosa che, di fatto, ha portato all'estensione progressiva della zona infetta. In particolare, le autorità regionali, secondo l'Ue, "non sono riuscite ad attuare adeguatamente il piano d'azione nazionale con l'obiettivo di ridurre il numero di suini selvatici. La notevole popolazione di cinghiali, "mina gli sforzi delle autorità e dei cacciatori per rallentare la diffusione dell’infezione".
Inoltre, gli sforzi delle autorità di confinare la popolazione di suini selvatici infetti e di limitare il loro contatto con soggetti sani nelle aree adiacenti (recinzione delle zone infette) "sono stati vani".
Ha invece avuto effetti positivi l'introduzione di misure di biosicurezza sia negli allevamenti suinicoli che durante la caccia. "Le autorità hanno stabilito chiare norme per la gestione degli animali selvatici suini morti nei terreni di caccia e durante la raccolta e il campionamento prima dello smaltimento, riducendo la diffusione del virus nella popolazione e, in particolare, dagli animali selvatici suini ai suini domestici".