Sul sito dell'Anuu Walter Sassi evidenzia i molti casi documentati di evoluzione alimentare degli uccelli selvatici. Recentemente in Canada un ornitologo ricercatore ha scoperto e studiato trecento casi di evoluzione alimentare adottati dagli uccelli selvatici. Innovazioni che a detta di molti etologi stanno cambiando le abitudini delle specie ornitiche mondiali.
"Ad esempio - scrive Sassi - i gabbiani d’America settentrionale sono arrivati a nutrirsi di conigli selvatici durante i periodi di carestia. I gabbiani dopo averli catturati li uccidono lasciandoli precipitare da altezze considerevoli. In Europa la gazza si nutre di patate. Per capire dove sono poste, ha messo in atto una strategia: osserva il contadino durante la semina per capire dove sono state seminate le patate per poi successivamente dissotterrarle.
Parlando sempre di corvidi l’ornitologo canadese ha studiato come il corvo imperiale s’ingegni a pattugliare le strade con alta frequenza di traffico cercando animali morti ai lati delle stesse. Sembra poi che alcune popolazioni di corvi conoscano le abitudini quotidiane degli automobilisti frequentando le strade negli orari più proficui per il reperimento del cibo secondo l’intensità del traffico, ed inoltre sono a conoscenza del periodo degli amori di anfibi e rettili, che spinti dal desiderio della ricerca dell’anima gemella, attraversano le vie trafficate finendo vittime dei veicoli. Nelle Isole Galapagos si è scoperto che alcune specie di uccelli rovistano nei cestini della spazzatura e nelle bocche dei leoni marini, grossi mammiferi acquatici.
In Europa, il passero comune spulcia i radiatori degli autoveicoli che in estate si riempiono d’insetti. In Africa, infine, alcune specie di corvi gettano le noci di cocco sotto le ruote dei veicoli pesanti. In questo modo la gustosa polpa fuoriesce e dà modo agli uccelli di nutrirsene. Queste sono alcune delle abitudini che determinati uccelli hanno adottate per la loro sopravvivenza. Abitudini evolute che si stanno diffondendo a macchia d’olio sul pianeta, tanto che si parla da molto tempo di una cultura animale vera e propria, ossia l’imitazione dell’azione di un comportamento accompagnata da una spinta di cupidigia che inconsapevolmente ha dato origine a una strategia innovativa per la salvaguardia della specie stessa".