Un nuovo scandalo scuote le istituzioni europee. Secondo quanto riportato dal quotidiano olandese De Telegraaf, un miliardo di euro destinato a sussidi per il clima e l’ambiente sarebbe stato utilizzato per finanziare una rete di lobbying a favore dell’agenda verde.
L’inchiesta rivela un uso improprio dei fondi comunitari per influenzare il dibattito politico, suscitando indignazione e alimentando dubbi sull’etica delle istituzioni europee. Al centro dello scandalo vi sono contratti stipulati con organizzazioni ambientaliste, tra cui l’European Environmental Bureau (EEB), che avrebbero ricevuto fondi per spingere politiche ambientali più ambiziose.
Tra queste, la controversa Legge sul Ripristino della Natura, promossa dall’ex Eurocommissario socialista Frans Timmermans, la cui implementazione ha sollevato polemiche per i possibili danni alle attività agricole e alla sicurezza urbana. Secondo i documenti analizzati, almeno 700.000 euro sarebbero stati utilizzati per orientare il dibattito sull’agricoltura, favorendo una transizione "verde".
In totale, 185 organizzazioni ambientaliste avrebbero beneficiato di finanziamenti mirati, distorcendo il processo legislativo attraverso pressioni sui deputati europei.
L’eurodeputato Dirk Gotink ha parlato di una "collusione orchestrata" tra le lobby verdi e la maggioranza di sinistra del Parlamento europeo, denunciando l’utilizzo di fondi pubblici per finalità politiche. Gotink e altri parlamentari stanno indagando sui contratti stipulati negli ultimi cinque anni, evidenziando come queste pratiche abbiano compromesso la trasparenza e l’integrità del dibattito politico europeo.
Le istituzioni europee hanno reagito con fermezza. L’Eurocommissario Piotr Serafin, appena nominato, ha definito “inaccettabili” i contratti che legano le ONG all’attività di lobbying. “È improprio che i soldi pubblici vengano utilizzati per fare pressioni sui deputati.