Un nuovo studio toscano rivela grandi capacità di adattamento da parte della nutria. Specie invasiva da eradicare, ormai diffusasi a macchia d’olio in gran parte del nostro Paese, è oggetto di campagne di contenimento sempre più ampie, che però non danno i risultati sperati anche a causa della difficoltà di individuarne l'effettiva presenza.
Questi roditori infatti hanno sviluppato notevoli strategie per nascondersi il più possibile da noi umani. E’ quanto emerge da un nuovo studio targato CNR-IRET e National Biodiversity Future Center (NBFC) - il primo centro di ricerca nazionale dedicato alla biodiversità, finanziato dal PNRR – Next Generation EU - in collaborazione con l’Università di Pisa e il comune di Empoli.
Le fototrappole installate nel Parco urbano di Serravalle a Empoli per 12 mesi consecutivi, hanno svelato il loro particolare adattamento, fornendo indicazioni utili per la gestione di questa specie invasiva. Gli esemplari monitorati tendevano ad essere più attivi durante il crepuscolo e di notte per sfuggire alle interazioni con gli esseri umani e con altri predatori. La loro attività si riduce ulteriormente durante le notti con luna piena per evitare rischi legati alla maggiore visibilità, suggerendo così l’ipotesi che esista un meccanismo anti-predatorio.
I risultati del monitoraggio, pubblicati sulla rivista internazionale di etologia Applied Animal Behaviour Science, hanno inoltre evidenziato che le nutrie trascorrono la maggior parte del tempo nuotando e cercando cibo, con comportamenti diversi tra maschi e femmine. I maschi adulti si sono dimostrati territoriali, difendendo attivamente i loro spazi. Le femmine invece giocano un ruolo chiave nella protezione dei cuccioli.