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Una vera svolta nell'approccio della gestione del lupo in Italia è emersa ieri da una videoconferenza di Ispra con le amministrazioni regionali: l'introduzione di un sistema di quote massime di abbattimento suddivise per Regioni, come riporta il sito Dolomiti.it.
Regioni e Province autonome potranno richiedere abbattimenti in deroga solo in presenza di lupi confidenti, pericolosi o responsabili di attacchi ripetuti agli allevamenti. La soglia massima stabilita è compresa tra il 3% e il 5% della popolazione nazionale, stimata in circa 3.300 esemplari nel censimento del 2021. Ciò significa che tra 100 e 160 lupi potranno essere abbattuti nel 2025, con quote differenziate per ciascun territorio. A cominciare dal Trentino (3-5 esemplari), Alto Adige: 1-2; Piemonte: 10-17; Emilia-Romagna: 9-15; Toscana: 13-22 e via dicendo.
Queste quote, è stato detto, entreranno in vigore immediatamente, anche se il Piano d’Azione Nazionale sul Lupo, fermo dal 2015, è ancora in attesa di approvazione. Il governo intende accelerarne l’iter, sottoponendolo alla Conferenza Stato-Regioni nel minor tempo possibile.
La decisione, ovviamente, rappresenta una svolta storica, costituendo una novità assoluta dalla tutela totale della specie introdotta negli anni '70.