Un nuovo indice misura la compatibilità delle attività umane con la tutela delle risorse ambientali in una nazione. L’Epi, indice di performance ambientale, è il risultato dello studio congiunto di due enti americani: lo Yale’s Centre for Law & Environmental e il Columbia’s Centre, una percentuale che ci da il quadro complessivo della situazione di un paese rispetto alle grandi sfide ambientali e a ciò che ha fatto per migliorare la qualità della vita in relazione ad inquinamento e alla tutela delle risorse verdi. Vengono prese in considerazione 25 categorie di primaria importanza: come le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, la presenza di aree protette o la qualità dell’acqua potabile. L’indice va da un massimo di 100 a un minimo di 0. L’italia si trova in una posizione intermedia, tra i paesi industrializzati non è tra i migliori, con un indice dell’84,5 si trova al 24esimo posto. Ai primi posti troviamo Svizzera, Svezia, Norvegia e Finlandia, gli Stati Uniti arrivano solo trentanovesimi. In Europa un esempio quasi impeccabile ci viene dalla Germania che ha investito molto nelle energie alternative e ha favorito il riciclo delle materie prime.
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