"La minaccia all'ambiente é grave, urgente e crescente. Se non agiremo rischiamo una catastrofe irreversibile", così Obama è intervenuto all'assemblea delle Nazioni Unite sul clima testimoniando la volontà della nuova amministrazione di cambiare rotta sulle politiche ambientali, sottolineando che negli ultimi 8 mesi negli Usa è stato fatto molto di più per promuovere l'energia pulita rispetto al resto della storia del paese.
"Non siamo venuti qui a celebrare i progressi raggiunti - ha detto ancora Obama - ma perché ci sono ancora passi da compiere. Non dobbiamo farci illusioni quanto al fatto che la parte più difficile è davanti a noi", ha affermato il leader della Casa Bianca. Obama ha insistito molto sulle difficoltà che dovranno essere affrontate ma ha sottolineato che "le difficoltà non possono essere una scusa per non agire". "Tutti noi - ha detto ancora - dovremo affrontare dubbi e difficoiltà nelle nostre capitali".
"Il tempo rimasto per correre ai ripari sta per scadere", ha ammonito Obama. "La sicurezza e la stabilità di tutte le nazioni e di tutti i popoli - la nostra prosperità, la nostra salute e la nostra sicurezza - sono a rischio" a causa della minaccia climatica, ha aggiunto il presidente americano che ha invitato Paesi emergenti coma la Cina e l'India "a fare la loro parte" per affrontare il riscaldamento del pianeta adottando "misure vigorose".
D'accordo su questa direazione si sono dichiarati anche Nicolas Sarkozy: "Siamo l'ultima generazione che può fare qualcosa per consegnare ai posteri un pianeta vivibile". Mentre il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon ha sottolineato la "lentezza glaciale" con cui procede la trattativa per il nuovo trattato sul clima. Anche la Cina ha rinnovato i buoni propositi verso la sostenibilità dichirando l'impegno di ridurre le immissioni di anidride carbonica di un “margine notevole” per unità di Pil entro il 2020.
Non si scherza più dunque, il pianeta ha urgente bisogno di questi cambiamenti altrimenti se ne pagheranno le catastrofiche conseguenze, questo dicono i capi dei governi più importanti del mondo che su questi temi avranno la facoltà di discutere su un nuovo accordo oltre il poco considerato Trattato di Kyoto, durante la conferenza di dicembre a Copenaghen.