Nel giro di solo poche decine di anni i mari potrebbero salire di 7 metri. A lanciare l'allarme è James Hansen, direttore del Nasa Goddard Institute per gli Studi Spaziali ed esperto di riscaldamento climatico (è stato il primo anni fa a parlare della relazione tra attività umane e riscaldamento globale).
Inutile sottolineare che ciò darebbe il via a catastrofiche conseguenze, ancora inimmaginabili per un'umanità non persuasa abbastanza dell'urgenza dei problemi ambientali. Il fatto preoccupante è che finora tutto quello preannunciato da Hansen si è verificato. Aveva per esempio previsto l'aumento delle temperature negli anni novanta e l'ulteriore picco di caldo degli ultimi anni.
Per lo studioso ci troviamo ora proprio nel momento delle decisioni, abbiamo ancora la facoltà di scegliere di invertire la rotta e tornare indietro, verso un equilibrio ambientale e climatico prima di condurre irrimediabilmente il mondo ad un cambiamento sostanziale mai avvenuto prima con tanta velocità.
"Se non diamo un taglio drastico all'uso dei combustibili fossili - ha spiegato Hansen -, i ghiacciai della penisola antartica, che attualmente perdono 200 chilometri cubi all'anno, fonderanno nell'arco di un secolo. Il che produrrà un aumento di 6-7 metri del livello del mare a cui si dovrà aggiungere in collasso dei ghiacciai in zone come la Groenlandia. Non c'è alternativa perché anche due gradi in più in un secolo sono troppi".
(La Repubblica)