Attacchi continui alle greggi, bestiame dimezzato in dieci anni, 180 aziende chiuse in Maremma. A dipingere questo cupo scenario sono i presidenti di Coldiretti di Grosseto e Siena, Francesco Viaggi e Fausto Ligas che chiedono l'eliminazione del lupo dai territori delle due province per salvare l'attività degli agricoltori.
Coldiretti allontana l'ipotesi degli attacchi da parte di cani randagi e padronali avanzata da più parti. “Si tratta di lupi e non di cani randagi” dichiara Ligas citando foto e immagini video che documentano questa tesi e aggiungendo “il randagismo in Toscana non esiste”. Secondo un sondaggio citato dal presidente di Coldiretti la Toscana ospiterebbe 200 dei 600 lupi totali censiti in Italia. Ligas se la prende con la scelta “sbagliata” di reintrodurre negli anni ‘80 il lupo.
“Attualmente solo il 10% dei casi viene denunciato“, sostiene Coldiretti sottolineando la difficoltà per gli agricoltori di ottenere i dovuti risarcimenti per il danno subito. Secondo Ligas non si sono viste azioni concrete dalle promesse delle istituzioni locali “La Regione aveva fissato per settembre un incontro per trovare delle soluzioni… Ci parlavano anche di confronto alla Commissione europea… “. Le parole continuano a sprecarsi, anche nella bocca di chi le racconta”.
“Ma adesso basta – ha ribadito Ligas -. Come sono stati stanziati i soldi per reintrodurre il lupo o per studiarlo, qualcuno deve spenderne altri per toglierlo dai nostri territori e per portarlo nelle riserve naturali. E poi è necessario migliorare la gestione dei territorio. Sono anni che oltre tutto non abbiamo più un assessore regionale all’Agricoltura al quale rivolgerci”. “Le istituzioni ci devono proteggere – conclude Viaggi -. Solo a Grosseto sono a rischio 1.200 famiglie che ancora si occupano di zootecnia”.
La replica del presidente della Regione Claudio Martini non si è fatta attendere "Il lupo c'è, si è riappropriato di territori abbandonati, ha goduto di direttive internazionali che lo proteggono e si deve trovare il sistema di farlo coesistere con tutte alle realtà zootecniche. I lupi toscani sono pochi,non arrivano a duecento e affibbiare a loro ogni attacco o prefazione ci sembra esagerato. Agli allevatori consigliamo di dotarsi degli strumenti previsti per evitare danni,recinzioni assicurazioni e quantaltro. Ma per favore, non e’ possibile che ad ogni avvicinrsi di scadenza elettorale si chieda di aprire la caccia al lupo.”
Martini inoltre ribalta la situazione sostenendo che pochissime aziende hanno scelto di stipulare una polizza assicurativa, il cui premio è coperto per l'ì80 per cento dalla Regione e che sono previsti finanziamenti per chi si adegua alle nuove norme di identificazione dei capi ovini "ma oggi risulta che pochi ne abbiano fatto richiesta" sottolinea Martini.
Rispetto alla richiesta di indennizzare anche i cosiddetti danni indiretti, cioè le potenziali perdite produttive patite per il decesso di capi di bestiame, Martini sottolinea poi che è stata Bruxelles a porre il veto sulla possibilità di introdurre tale misura di risarcimento.