Il riordino degli Enti Parco, come anticipato qualche settimana fa, si farà. A sostenerlo è lo stesso Ministro Stefania Prestigiacomo che tramite una lettera inviata giorni fa al presidente della Conferenza delle regioni Vasco Errani, ha invitato le stesse a desistere alle eventuali iniziative rivolte ai parchi regionali in vista di un “ampio riordino” nazionale a cui da tempo sta lavorando il Governo.
Un provvedimento che scaturisce direttamente dall'azione “taglia enti” intrapresa dai ministri Tremonti e Brunetta e che la Prestigiacomo ha applicato attraverso un Dpr di riordino che modifica l'assetto di tutti i consigli direttivi dei Parchi nazionali che dovranno essere sciolti e ricostituiti passando da 12 a 8 membri.
Si pensa quindi ad un taglio di stipendi e quindi risorse finanziarie verso i parchi o ad una modifica più politica? Wwf sostiene la seconda ipotesi sottolineando che il riordino ridurrebbe proporzionalmente i membri di rappresentanza degli enti locali, delle associazioni ambientaliste e del mondo scientifico accademico, mentre rimarrebbero inalterate le rappresentanze ministeriali (Ambiente e Politiche Agricole).
Critico sul riordino anche il presidente della Federparchi Giampiero Sammuri “Avevamo chiesto che la volontà di procedere ad un riordino degli Enti Parco nazionali si accompagnasse ad una volontà di confrontarsi con i Parchi stessi, con la loro associazione e con tutte le componenti interessate, per coinvolgerle in una efficace azione di rilancio del sistema. Ora apprendiamo, anche se il testo preparato ancora non si conosce, che tutto si ridurrebbe ad una diminuzione del numero dei membri dei Consigli direttivi. E di una diminuzione senza criteri flessibili, ma uguale per tutti i Parchi, per quelli di ottanta Comuni come per quelli di un Comune solo. In realtà un contenimento di poche migliaia di euro che potrebbe portarsi dietro danni assai maggiori, dovuti a paralisi e contenziosi, se il provvedimento non metterà al riparo gli Enti da improvvidi e intempestivi scioglimenti degli organi e se esso non seguirà la via della concertazione, utile in ogni caso e soprattutto dovuta per il tipo di legge, la legge quadro 394, che si intende modificare”.