A poche settimane dal vertice Onu sul clima, i Ministri dell'Ambiente dei più importanti paesi del globo sono riuniti oggi e domani a Copenaghen per le consultazioni preliminari.
Ma le prospettive di un accordo globale che possa portare a risvolti positivi per il clima sembrano ancora lontane e c'è chi parla già di un vertice inutile, soprattutto in seguito al fallimento dell'incontro di Singapore ai margini del vertice Apec (forum dei 21 Paesi del Pacifico), che ha fatto emergere la poca volontà di raggiungere un accordo vincolante per le emissioni di gas, soprattutto da parte di Cina e Usa, i due paesi più inquinanti del mondo.
Una sconfitta anche per il presidente Obama, che aveva fatto della lotta climatica uno dei punti forti della sua campagna elettorale ma che, in concreto, trova la ferma opposizione del suo stesso Congresso, già impegnato a digerire la rivoluzione sanitaria fortemente voluta dal presidente.
Vista la difficoltà di trovare un compromesso tra i paesi emergenti che chiedono più tempo e maggiori aiuti finanziari per dotarsi delle nuove tecnologie necessarie e i Paesi industrializzati, sicuramente più favorevoli ad una drastica diminuzione dei gas serra, ormai necessaria, per il momento ci si accorda su un'ulteriore dilatazione dei tempi. Si procede in due fasi: a Copenaghen si decideranno a grandi linee le direzioni politiche, mentre la firma di un documento vincolante viene rimandata al summit del 2010 in Messico.