Sembra difficile la convergenza di intenti al vertice mondiale sul Clima di Copenaghen, dove i delegati all'ambiente dei più importanti governi del mondo si stanno confrontano su un probabile accordo per la riduzione delle emissioni di gas.
Critica sulle sorti del vertice è anche il ministro Stefania Prestigiacomo che ha parlato di posizioni ''molto lontane''. ''A volte - ha detto - sembra di assistere a un dialogo fra sordi. E' necessario uno sforzo straordinario e una motivazione ancora piu' forte per poter giungere ad una intesa qui a Copenhagen''. Una lontananza che coinvolge soprattutto USA e Cina, i due paesi su cui sono puntati i riflettori dell'Europa che chiede a gran voce il superamento del fallimentare protocollo di Kyoto.
''Se Copenhagen deve essere l'occasione per 'salvare il Pianeta' - ha sottolineato il ministro Prestigiacomo - non puo' essere il luogo della replica di un accordo che non ha aiutato l'ambiente, visto che da quando e' stato firmato le emissioni globali sono aumentate del 40% e continuano a crescere''
Alla confusione politico strategica, si aggiungono i disordini di piazza che il vertice ha portato con sè, durante il fine settimana la polizia danese ha fermato oltre un migliaio di persone, una mobilitazione consistente che dimostra il livello di attenzione rispetto a un vertice dal quale ci si aspetta molto.