Dopo la Conferenza di Copenaghen il dibattito sulla questione ambientale è andato pian piano scemando. A riportare l'attenzione su questi temi è di nuovo il Papa Benedetto XVI che, durante il solenne incontro di inizio anno alla Santa Sede, ha richiamato alla necessità di salvaguardare la natura come priorità assoluta per uscire dalla crisi economica. Il papa ha espresso preoccupazione per “le resistenze di ordine economico e politico alla lotta contro il degrado dell'ambiente'', alla causa ambientale, come è emerso dal mancato raggiungimento di un accordo vincolante a Copenhagen.
Per Benedetto XVI il degrado ambientale, così come lo sfruttamento dei più deboli, la guerra e altra ogni genere di violenza, è il segno di una perdita di valori morali dell'umanit�. "Occorre - ha precisato oggi nel discorso al Corpo Diplomatico - che attenzione e impegno per l'ambiente siano bene inquadrati nell'insieme delle grandi sfide che si pongono all'umanita'".
"Se si vuole edificare una vera pace", infatti non e' possibile "separare, o addirittura contrapporre la salvaguardia dell'ambiente a quella della vita umana, compresa la vita prima della nascita". "E' nel rispetto che la persona umana nutre per se stessa - ha spiegato il Papa - che si manifesta il suo senso di responsabilita' verso il creato: l'uomo rappresenta quanto c'e' di piu' nobile nell'universo".
Affinche' i cristiani possano dare pienamente il loro contributo alla causa della pace e della giustizia e alla difesa dell'ambiente, "urge definire una laicita' positiva, aperta - ha ricordato ancora Benedetto XVI - che, fondata su una giusta autonomia tra l'ordine temporale e quello spirituale, favorisca una sana collaborazione e un senso di responsabilita' condivisa".