Riceviamo e pubblichiamo
In seguito alla riunione tenutasi lo scorso 12 gennaio a Thiene (VI), presso la sede della Confederazione della Associazioni Venatorie Italiane (CONFAVI), si è giunti alla conclusione che anche nel nostro Paese ci sia la necessità di riconoscere anzi riaffermare la cultura rurale.
Molte le associazioni presenti: CONFAVI, FIDC, ANUU, ANLC e Caccia e Cinofilia, ma anche di FederFauna, FOI, AISAD, FIMOV, Tarta Club Italia ed altre Associazioni ambientaliste tra cui AIW, Ambiente e/è vita. Anche Fare Ambiente, che da tempo ormai, grazie all’entusiasmo e alla tenacia del Presidente Vincenzo Pepe, si propone di diffondere in Italia un ambientalismo di tipo positivo e maturo, lontano dall’ambientalismo fondamentalista che per anni ha spesso nuociuto la causa, ha aderito all’iniziativa del Coordinamento per la difesa e la promozione della cultura rurale.
Con quest’ultimo concetto si intende l’insieme di tradizioni ed insegnamenti legati al territorio, alla natura e alla vita in generale che attraverso un processo storico ha permesso a quel gruppo di definire il suo mondo particolare, compresa la visione della vita e della morte in senso spirituale. Purtroppo con il fenomeno dell’urbanizzazione i valori della cultura rurale sono andati via via scomparendo nel corso degli anni.
In questo contesto si sono andate affermando in Italia ideologie come quella animalista e ambientalista dei “no a priori”, che approfittando dei legami deboli tra il mondo rurale e quello urbano e della scarsa conoscenza della realtà, hanno trovato largo consenso nella popolazione portando ad una vera e propria estinzione della cultura rurale. Chi a mio avviso ne pagherà le conseguenze e ne subirà i danni maggiori di tale fenomeno saranno soprattutto le giovani generazioni che vedranno scomparire per sempre i valori e le nostre tradizioni in nome dei vantaggi economici e giochi di potere.
Spero e auguro al nuovo Coordinamento che si è venuto a costituire lo scorso 12 gennaio di ridare il giusto valore alla cultura rurale in quanto patrimonio dell’intera collettività ma soprattutto delle generazioni future affinchè possano raccogliere i frutti della terra e del nostro bellissimo patrimonio ambientale che tutto il mondo ci invidia.
Dott.ssa Federica Ricci
Responsabile Nazionale Giovani