Scegliere di non mangiare carne rientra nel ventaglio delle libertà individuali dell'età moderna. Solo poche decine d'anni fa infatti, nessuno (o quasi) si sarebbe immaginato di rifiutarla per questioni morali e di sostituirla con altro. Non dimentichiamo che si trattava di un bene preziosissimo, fonte di vitamine, grassi e proteine, capace di allontanare lo spettro di anemie e segni di malnutrizione, certo non cosa rara nell'Italia contadina dei nostri nonni e genitori.
Oggi sappiamo che con le opportune attenzioni, la carne può essere sostituita da alimenti vegetali o derivati e tramite l'assunzione di integratori di vitamine e proteine. Negli ultimi anni l'Italia ha registrato un vero e proprio boom di vegetariani, arrivando alla percentuale più alta europea. Secondo l'Eurispes nel nostro paese oggi si contano circa 6 milioni di vegetariani (e vegani), pari al 10,4 % della popolazione, mentre solo 10 anni fa non erano in tutto più di 1,5 milioni. Il repentino aumento coinvolge soprattutto giovani e giovanissimi (soprattutto donne), che si adattano ai nuovi costumi metropolitani emulando coetanei e personaggi famosi, che sbandierano la loro scelta personale su giornali e tv, aderendo a campagne shock (vedi quelle della notissima PETA), le quali mirano a innescare meccanismi psicologici di facile presa sulle menti più inesperte e sensibili.
Una nuova generazione che non ha diretta conoscenza della natura e dei suoi cicli di vita si oppone così strenuamente all'idea di macchiarsi del “delitto” di uccidere animali per nutrirsene, cadendo in mille contraddizioni. Prima tra tutte, per esempio, quella del costo di certi alimenti “vegani” e sostitutivi e il loro impatto sull'ambiente, in secondo luogo queste persone non si rendono conto di quanto anti naturale sia una scelta che rifiuta puerilmente i principi su cui si fonda l'ecosistema di questo pianeta. Ma questo è un terreno sconnesso su cui si potrebbe discutere all'infinito senza arrivare mai ad un punto d'incontro tra le opposte posizioni. Ogni vegetariano però dovrebbe convenire sull'enorme quantità di sostanze nutritive contenute nei vari tipi di carne e tagli, necessarie a un buon funzionamento di tutte le nostre funzioni vitali.
Lo ha ricordato ad esempio la trasmissione Linea Verde nella puntata dello scorso 10 gennaio dedicata alla Val d'Orcia e alla carne di qualità, che attraverso l'intervento del nutrizionista Ciro Vestita, ha messo in guardia sui rischi per la salute in cui possono incappare i vegetariani improvvisati e non troppo scrupolosi. Particolarmente a rischio sono i bambini: se i genitori sono vogliono imporre la scelta vegetariana anche al proprio figlio, devono adeguatamente controllare che il bambino mangi la quantità di ferro necessaria, assumendo abbastanza legumi, che raramente sono tra i cibi preferiti dei piccoli. “Se la mamma non sta molto attenta – sottolinea il professore – questi bimbi potrebbero andare in anemia sideropenica” (da carenza di ferro).
Esposti a questo tipo di rischio sono anche i giovani. E' il caso, spiega Ciro Vestita, di molte ragazzine che decidono improvvisamente di non mangiare carne, mangiano solo insalata, e cominciano a perdere i capelli. Per i vegani, soprattutto nell'età della crescita, si pone invece il pericolo di una giusta conformazione delle ossa, visto che rifiutano ogni derivato del latte.
Non è un caso. Il nostro corpo, a partire dalla dentatura, richiede una dieta varia e necessita di proteine animali. Il nutrizionista ha poi spiegato quali parti sono più preziose da un punto di vista nutrizionale. Ad esempio il fegato contiene moltissima vitamina A, quasi totalmente assente nella classica bistecca. In questo organo ce n'è talmente tanta che basta dare un etto di fegato a un bambino perchè abbia la quantità di vitamina A necessaria per un mese. Le vitamine, altra cosa segnalata dal nutrizionista, vanno assunte così come esistono in natura, altra cosa è assimilarle attraverso integratori chimici. “Se ne abusiamo – spiega Vestita - a lungo andare anche la vitamina A è cancerogena, pericolo a cui non ci espone madre natura” . Altre parti non proprio pregiate sono una preziose fonte di sostanze “buone”: il cervello e il midollo degli ossi buchi per esempio sono ricchi di fosfo lipidi, sostanze che difficilmente si possono trovare in altri alimenti, nelle animelle c'è molto ferro, come anche nella trippa che dalla sua ha il vantaggio di avere ha pochissime calorie, se si vuole limitare l'assunzione di grassi e colesterolo, si può rimediare con un bollito.
Insomma ciascuno mangi pure quello che vuole, ma ricordiamoci da dove veniamo e soprattutto pensiamo alla nostra salute.