Dopo trent'anni l'amministrazione pubblica statunitense mette mano alle casse dello stato per finanziare il nucleare. In queste ore il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato lo stanziamento di 8 miliardi di dollari per la costruzione di due nuove centrali atomiche che si aggiungono alle 104 già esistenti. Una mossa che secondo il leader americano si inerisce perfettamente nelle misure a salvaguardia dell'ambiente della cosiddetta green economy ma che non è apprezzata universalmente nelle schiere democratiche.
"Non possiamo permettere che le divergenze frenino il progresso- ha detto Obama -Su un tema che condiziona la nostra economia, la nostra sicurezza e il futuro del pianeta non possiamo restare bloccati nell'annoso dibattito tra destra e sinistra, imprenditori e ambientalisti". Anzi, in termini di cambiamenti climatici ha sostenuto che quella nucleare è la soluzione più "pulita", poiché "non produce emissioni inquinanti: una centrale atomica a parità di energia prodotta, in un anno, è capace di ridurre l'inquinamento che viene da 16 milioni di tonnellate di carbone. Praticamente è come togliere dalla strada 3,5 milioni di macchine".
In Italia la notizia è stata commentata positivamente dal Governo. Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha dichiarato "già il 28 gennaio scorso, nel discorso sullo Stato dell'Unione – ha proseguito Scajola – il presidente Obama aveva dichiarato che il nucleare è uno dei pilastri dell'economia verde perché è una fonte pulita per l'ambiente e sicura per i lavoratori e i cittadini. Per l'Italia il nucleare è necessario anche per ridurre il costo dell'energia per le imprese e i cittadini e garantirci maggiore sicurezza energetica. Spero – ha concluso – che l'esempio del presidente Obama convinca i nostri ambientalisti che il nucleare non va demonizzato, ma affrontato con razionalità senza strumentalizzazioni ideologiche".