Si alza il livello d'emergenza per lo sversamento di un'ingente quantità di petrolio nel fiume Lambro, definito dall'Arpa uno dei più gravi disastri ambientali accaduti in Lombardia. Nonostante l'enorme dispiego di forze (Vigili del Fuoco, Guardie Forestali, Polizia Provinciali, ecc.) la macchia nera in queste ore ha raggiunto anche le acque del Po.
La Regione Lombardia intanto ha chiesto lo stato d'emergenza anche se viste le tante emergenze degli ultimi mesi, i mezzi economici a disposizione non sono molti. Ma la Regione si è messa in moto, "gia' dalle prime ore di questa mattina – ha dichiarato il Presidente Formigoni - ho dato mandato ai nostri tecnici di studiare un nuovo piano di recupero del fiume Lambro”. Secondo il Presidente "siamo in presenza di un grave atto criminale, di odio contro il nostro territorio e la nostra gente. Chiedo indagini forti e rapide e che al piu' presto si individuino i responsabili".
Per il momento pare che i pericoli per la popolazione siano limitati, a rischio c'è però c'è la flora e la fauna di queste delicate zone, come aironi, anatre selvatiche, pesci e anfibi. Ma i danni maggiori si vedranno nel medio – lungo periodo, visto che l'inquinamento di oggi avrà conseguenze gravi su tutto l'ecosistema e sull'agricoltura.
La macchia resterà nei due fiumi per alcuni giorni, intanto sono in corso i lavori per la realizzazione di tre sbarramenti in Provincia di Piacenza per il contenimento e il parziale recupero del materiale inquinante. L'Agenzia interregionale per il fiume Po, che ha sede a Parma, informa "di aver messo già da ieri personale, mezzi e strumentazioni a disposizione del tavolo di coordinamento per la gestione dell'emergenza ambientale''.
Gli autori di questo grave crimine restano ancora ignoti ma i sospetti degli inquirenti pare si concentrino attorno alla gigantesca speculazione edilizia progettata sull'area della vecchia raffineria da cui è partita la fuoriuscita sicuramente dolosa.