La Provincia di Prato e la Regione Toscana dovranno risarcire i danni ad un pensionato di Vernio che nel 2003 cadde dalla propria bicicletta per colpa di un capriolo che attraversava la strada su cui stava transitando. Ora, al termine di un'annosa trafila giudiziaria, il pensionato, che nella rovinosa caduta ha riportato un trauma cranico importante e lesioni sul corpo tali da causargli un'invalidità dell'11 per cento, otterr�73.082 euro di risarcimento dai due enti che sono stati tenuti al pagamento anche delle spese legali e altre somme per le consulenze tecniche necessarie.
La Regione per la legge è infatti responsabile dei danni causati dalla fauna selvatica mentre la provincia è stata tirata in causa per la competenza della manutenzione della strada. Il giudice Micaela Lunghi ha imputato alla Regione e alla Provincia di non aver apposto alcuna rete di recinzione lungo la strada in un tratto contraddistinto dall’abbondanza di fauna selvatica e di non avere opportunatamente segnalato il pericolo con cartelli stradali appositi.
Con la fauna selvatica non si scherza, tutti sappiamo quanto ingenti siano ogni anno per l'economia agricola i danni causati dalle migliaia di unità di cinghiali, daini e caprioli sulle coltivazioni e quanto devastanti siano per i raccolti le presenze massicce di alcuni volatili come gli storni. Il problema riguarda poi, come in questa vicenda, l'impatto di animali con i veicoli e le incursioni nei centri abitati. Forse allora, visto che i risarcimenti i caso di danni li paga la pubblica amministrazione grazie anche ai notevoli introiti che derivano direttamente dalla caccia, qualcuno dovrebbe riconoscere al di là di ideologie oltranziste, l'utilità sociale dell'attività venatoria e dei sistemi di regolazione faunistica.